giovedì 15 marzo 2018

Il Velo di Santa Veronica


di Fr Armand de Malleray, FSSP

Questo vivido dipinto del Volto Santo di Cristo, ad opera dell'incisore Claude Mellan (1649) è stato esposto al British Museum di Londra lo scorso novembre. Questo ci offre un'opportunità di meditazione, in quanto la Quaresima ci porta vicini alla Passione.

Si tratta di una notevole rappresentazione del velo di Santa Veronica, la pia donna che, secondo la tradizione, asciugò il sudore, la saliva e il sangue dal Volto del Salvatore mentr'Egli portava la Croce al Golgota il Venerdì Santo. Il Signore lasciò il Suo volto sofferente impresso sul panno, come ricompensa per la sua compassione.

Una tesi sostiene che il nome di Santa Veronica significherebbe "vera icona", in riferimento proprio al Santo Volto di Cristo, venerato nella Sua Sacra Sindone (attualmente a Torino). Questa possibile etimologia non significa che la donna non sia mai esistita, ma esalta lo scopo della devozione, cioè imitare Cristo in ogni cosa, conformando la nostra anima alla Sua volontà, a imitazione del Suo Santo Volto.

L'iscrizione latina sull'orlo del velo, Formatur Unicus Una / Non Alter (il Solo fu generato dalla Sola, non altri), si riferisce letteralmente all'immagine dipinta utilizzando una sola linea continua, e teologicamente alla concezione verginale dell'Uomo-Dio da parte della Sua Madre Immacolata, la Beata Vergine Maria.

La tecnica applicata già da sé costituisce un messaggio. L'intero disegno, infatti, consiste di una sola ininterrotta linea, disegnata in forma di spirale. La linea si fa più spessa o più sottile dove è necessario, per dare l'illusione che esistano forme, ombre e contrasti. Essa termina al centro del naso di Cristo.

Questo ci riguarda, in quanto è un'eloquente rappresentazione di come dovrebbe essere la vita di un Cristiano. La nostra esistenza è continua, dalla concezione fino al nostro ultimo respiro. Come la linea d'inchiostro, non ha interruzione. Noi attraversiamo periodi di prosperità e soddisfazione materiale e spirituale, alternati a fasi di difficoltà e sofferenza.

Tali successioni, tali variazioni, ci rimangono un mistero. Quando le cose vanno bene, noi potremmo ascrivere a loro la causa, spesso connessa - noi pensiamo - con le nostre competenze o i nostri meriti. Quando invece non vanno come desidereremmo, queste variazioni possono condurci alla disperazione, facendoci ritenere assurda la vita e ingiusto il mondo.

Quello che noi al momento non capiamo è che queste ascese e cadute della nostra condizione, apparentemente capricciose, producono un ritratto di Cristo, come è mostrato dalla linea d'inchiostro, ora spessa e ora sottile, nell'incisione di Mellan. Più noi ci abbandoniamo al disegno del divino Artista, tanto più fedelmente le nostre vite Lo rappresenteranno. Ma questa rassomiglianza può vedersi solo a distanza, e solo una volta che la linea è stata interrotta dalla morte.

Il famoso labirinto raffigurato nel pavimento della cattedrale medievale di Chartres, in Francia, offre un equivalente geometrico di ciò. Fu chiamata "Strada per Gerusalemme". I pellegrini dovrebbero camminare lungo la sua linea ininterrotta, simboleggiando l'itinerario spirituale di ogni uomo, che per grazia termina nell'incontro faccia a Faccia col nostro Salvatore.

L'esperto Peter Raissis dice: "La Veronica di Mellan è uno spettacolare trionfo dell'arte dell'incisore. Il Volto di Cristo è rievocato da una spirale continua che parte dal centro del naso e s'ispessisce in alcuni punti per delineare i tratti somatici e creare alternanze di tonalità. E' una dimostrazione dell'indubbia competenza dell'artista nel guidare il bulino (lo strumento usato per incidere). Partendo con la punta della sua burina al centro della superficie, Mellan ha spinto avanti lo strumento, ruotando al contempo la superficie di rame con l'altra mano in senso antiorario, in modo di creare una spirale quasi perfetta".

Vista, poi, l'assoluta somiglianza del capolavoro di Mellan, si ritiene che il Santo Volto non sia stato raffigurato direttamente in questa incisione, ma solo così come era stato impresso sul velo di Santa Veronica. E' pensato dunque per essere la "stampa" di una "stampa". Questo ci rammenta che l'artista umano, se è umile, non pretende di creare qualcosa, ma si contenta di imitarlo.

Mellan ha riprodotto su una superficie di rame l'originale che ha intravisto nella sua contemplazione. Ma per impedire ogni illusione di vita, egli ha disegnato il suo ritratto come se fosse sparso tra le fibre di un pezzo di materiale. Sembra che voglia dirci: "Questo non è veramente il Cristo, perché come avrei potuto io, un peccatore, rappresentarLo adeguatamente? Questa è una rappresentazione del velo che porta su di sé l'impronta di Cristo.

Così noi dovremmo occuparci della nostra anima, per conformarla con pazienza al nostro amatissimo Modello. La sequela Christi, ossia l'imitazione di Cristo, è la migliore delle arti.

Tratto dal periodico della FSSP inglese "Dowry" n. 37.
Traduzione a cura di Traditio Marciana.

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