venerdì 8 settembre 2017

In Nativitate Beatae Mariae Virginis

Natívitas gloriosæ Vírginis Maríæ ex semine Abrahæ,
ortæ de tribu Juda, clara ex stirpe David!
(Antiphona I ad Laudes et Vesperas)

Sia benedetto il fortunatissimo momento in cui oggi nacque al mondo la Beatissima Vergine Maria, colei che sarebbe destinata ad essere la vera Madre di Dio!


Il racconto della Natività della Vergine non compare nei Vangeli canonici, ma nell'apocrifo Protovangelo di Giacomo, che racconta del parto di S. Anna a Gerusalemme, luogo in cui nel IV secolo sarebbe stata dedicata una grande basilica proprio all'ava di Gesù, e comunque questa ricorrenza gaudiosa è attestata da tutta la Tradizione della Chiesa.

La festa odierna ha origine nella tradizione orientale: sappiamo che l'Imperatore Maurizio (VI secolo) ne prescrisse la celebrazione insieme alle altre tre feste mariane (Annunciazione, Purificazione, Assunzione). Fu poi portata a Roma da Papa Sergio I, di origini siriane, nel VII secolo. Per influssi orientali, si sviluppò indipendentemente e quasi in contemporanea in terra sarda ed ambrosiana. Pare che nell'ambito germanico fosse stata portata da S. Bonifacio stesso, mentre nelle terre gallicane fu la Vergine stessa a richiedere che si celebrasse cotale festa già nell'anno 430, apparendo al vescovo Maurilio di Angers, e come tale in Francia la festa odierna è chiamata popolarmente "dell'Angevina". Chartres da parte sua rivendica al vescovo Fulberto (1028) una parte preponderante nella diffusione della festa in tutta la Francia.
La festa fu fissata definitivamente per tutta la Chiesa Universale attorno all'XI-XII secolo, e il successivo Concilio di Lione del 1245 sancì, per volontà di Innocenzo IV, l'istituzione dell'Ottava della Beata Vergine Maria, alla quale si era votato alla Madonna stessa durante il lungo periodo di sede vacante che era intercorso, a causa di Federico II, dalla morte di Celestino IV alla sua elezione. Anche una vigilia per tale festa sarebbe stata introdotta da Gregorio XI nel 1377, ma nei buij anni dello Scisma d'Occidente le intenzioni del Pontefice caddero lettera morta.

Giotto, Natività della Vergine Maria
Si allieta oggi Dio Trino nei cieli, al vedere quella purissima creatura, preservata dal peccato originale, nella quale Egli s'incarnerà per la nostra salute; si allietano gli Angeli "vedono che questa fanciulla è la meraviglia delle meraviglie dell'Onnipotente; in Lei Dio ha spiegato la sua sapienza, la sua potenza, il suo amore più che in tutte le altre creature; egli ha fatto di Maria lo specchio purissimo in cui si riflettono tutte le sue perfezioni; essi comprendono che Maria, da sola, dà al suo creatore più onore e più gloria che tutte le loro gerarchie insieme e già la salutano come regina, gloria dei cieli, ornamento del mondo celeste e del mondo terrestre" (cfr. Giovanni Geometra).
Si allieta la terra, e in particolare si allietano i beati genitori di Maria, i Santi Gioacchino ed Anna. Scrive S. Giovanni Damasceno: "O coppia felice, esclama san Giovanni Damasceno, tutta la creazione ha un debito verso di voi, perché per mezzo vostro ha offerto a Dio il più prezioso dei doni, la Madre ammirabile, che, sola, di lui era degna. Benedetto il tuo seno, o Anna, perché ha portato colei che nel suo seno porterà il Verbo eterno, colui che nulla può contenere e che porterà agli uomini la rigenerazione. O terra da principio infeconda e sterile, dalla quale è sorta una terra dotata di fecondità meravigliosa, che sta per produrre la spiga, che nutrirà tutti gli uomini! Beate le vostre mammelle, perché hanno allattato colei, che allatterà il Verbo di Dio, nutrice di Colui che nutre il mondo... "
Sempre S. Giovanni Damasceno riferisce che anche tutte le anime che nel limbo dei Padri attendevano la liberazione, e particolarmente Adamo ed Eva, si fossero rallegrati al vedere colei che avrebbe riscattato la loro sorte, e avessero gridato: "Sii benedetta, o figlia, che il Signore ci promise il giorno della nostra caduta: da noi hai ricevuto un corpo mortale e ci restituisci la veste dell'immortalità. Tu ci richiami alla nostra prima dimora; noi abbiamo chiusa la porta del paradiso e tu restituisci libero il sentiero che porta all'albero della vita". Similmente racconta anche Giacomo il Monaco nel suo trattato sulla Natività della Madonna.
Ma questo è anche il nostro gaudio, perché come insistentemente riporta tutto l'Ufficio, facendoci entrare in un clima assai gioioso, la nostra sorte di redenti dipese anche dalla nascita della Santissima Vergine, unica senza macchia entro al cui seno Iddio si degnò di assumere umana natura.

Maria è la nuova Eva: siccome da una donna nacque la rovina dell'uomo, così da una donna nascerà il Salvatore dell'umanità. Bello è il paragone instaurato da S. Agostino: Hevæ [...] dícitur: In dolóre paries fílios tuos; quia ista in lætítia Dóminum péperit. Heva enim luxit, ista exsultávit: Heva lácrimas, Maria gáudium in ventre portávit; quia illa peccatórem, ista édidit innocéntem. Mater generis nostri pœnam íntulit mundo, Génetrix Dómini nostri salútem íntulit mundo. Auctrix peccáti Heva, auctrix mériti Maria. "A Eva fu detto: Nel dolore partorirai i figli tuoi; imperciocché costei partorirà il Signore nella letizia. Eva infatti pianse, costei esultò: Eva vi portò lacrime, Maria portò nel ventre gioia; poiché lei generò un peccatore, questa generò l'Innocente. La madre della nostra stirpe portò la pena nel mondo, la Madre del Signore portò nel mondo la nostra salvezza. Origine del peccato Eva, origine del merito Maria".

Pietro Lorenzetti, Natività di Maria
Ascoltiamo infine qualche parola di S. Pier Damiani, proposta nel suo sermone per la festa odierna:

Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria. Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti. Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. È  giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso.
(S. Pier Damiani, II sermone de Nativitate B. Mariae Virginis)

R. Cum jucunditate Nativitátem beátæ Maríæ celebremus,
* Ut ipsa pro nobis intercédat ad Dóminum Jesum Christum.
V. Corde et animo Christo canámus glóriam in hac sacra solemnitate præcelsæ Genitrícis Dei Maríæ.
R. Ut ipsa pro nobis intercédat ad Dóminum Jesum Christum.

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