venerdì 19 gennaio 2018

San Paolo di Tebe, primo eremita

CALENDARIO DELLA SANTA, PATRIARCALE, PRIMAZIALE E METROPOLITANA ARCIDIOCESI DELLE VENEZIE

19 gennaio
(trasferito dal 15 dello stesso mese)
San Paolo di Tebe,
primo eremita
paramenti bianchi - doppio - Messa "Justus"

Guercino, San Paolo nutrito dal corvo, 1652-55

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Θείου Πνεύματος, τῇ ἐπινεύσει, πρῶτος ᾤκησας, ἐν τῇ ἐρήμῳ, Ἠλιοὺ τὸν ζηλωτὴν μιμησάμενος· καὶ δι' ὀρνέου τραφεὶς ὡς ἰσάγγελος, ὑπ' Ἀντωνίου τῷ κόσμῳ ἐγνώρισαι. Παῦλε Ὅσιε, Χριστὸν τὸν Θεὸν ἱκέτευε, δωρήσασθαι ἡμὶν τὸ μέγα ἔλεος

Per ispirazione dello Spirito Divino, per primo abitaste nel deserto, imitando lo zelo di Elia: e, nutrito dall'uccello, da Antonio foste fatto conoscere al mondo come simile agli Angeli. O Beato Paolo, supplicate Cristo Iddio di donarci la sua grande misericordia!

(Apolytìkion di S. Paolo di Tebe)

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VITA DEL SANTO EREMITA
(dal Breviario Romano)

Paolo, l'istitutore e maestro degli eremiti, nacque nella bassa Tebaide, e aveva quindici anni quando rimase privo dei genitori. Per fuggire la persecuzione di Decio e Valeriano e servire a Dio con più libertà, egli poi si ritirò in una caverna del deserto: dove, un palmizio gli forni vitto e vestito e visse fino a centotredici anni, quando, dietro rivelazione di Dio, fu visitato da S. Antonio, che ne aveva novanta. Benché non si conoscessero per l'innanzi, essi si salutarono col proprio nome, e mentre si intrattenevano a discorrere del regno di Dio, un corvo, che fino allora aveva portato a Paolo sempre mezzo pane, ne portò uno intero. Partitosi il corvo: Ecco, disse Paolo, il Signore veramente buono e misericordioso, ci ha mandato da mangiare. Sono già sessanta anni che ricevo ogni giorno mezzo pane, ma ora per il tuo arrivo Cristo ha raddoppiata la razione ai suoi soldati. Quindi presero cibo con azioni di grazie vicino ad una fontana e, dopo essersi così alquanto rifocillati, rese di nuovo, secondo il costume, grazie a Dio, passarono tutta la notte nelle lodi divine. Sul far del giorno Paolo, sentendo che la sua morte era prossima, ne avvertì Antonio e lo pregò di andare a prendere, per involgervi il suo corpo, il mantello che aveva ricevuto da S. Atanasio, Antonio mentre era di ritorno vide l'anima di Paolo salire in cielo fra cori d'Angeli, in compagnia dei Profeti e degli Apostoli. Giunto che fu alla di lui cella, lo trovò in ginocchio, la testa alzata, le mani sollevate in alto, il corpo esanime; e mentre lo involgeva nel mantello e cantava inni e salmi, secondo la tradizione cristiana, non avendo uno strumento onde scavare la terra, ecco accorrere dal fondo del deserto due leoni e fermarsi vicino al corpo del santo vegliardo: dando così ad intendere, che essi lo piangevano come potevano: e scavando a gara per terra colle loro zampe, fecero una fossa capace di contenere un uomo. Poi partitisi, Antonio seppellì in quel luogo il sacro corpo; e, ricopertolo di terra, vi eresse un tumulo alla maniera dei cristiani: ma portò via con sé la tunica di Paolo, ch'egli stesso si era tessuta a mo' di sporta con foglie di palma, e, finché visse, se ne rivestì nei giorni solenni di Pasqua e Pentecoste.

L'altar maggiore della Chiesa di San Zulian a Venezia.
Sopra di esso si troverebbero, murate, le reliquie del Santo Eremita Paolo.

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